IL CATALOGO
De Imitazione ... dal 1977.
testi | Andrea Calzolari - foto | Enzo Bruno
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L a figura femminile ripetuta in tutti i lavori (meno uno) presenti in mostra è la fedele riproduzione di un'immagine della Novissima Iconologia di Cesare Ripa Perugino, […] ampliata in quest'ultima editione non solo dallo stesso autore di Trecento, e cinquanta/immagini, con molti discorsi pieni di varia erudizione, e con molti indici copiosi, ma ancora arricchita d’altre Immagini, discorsi, e esquisita corretione dal Sig. Gio. Zaratino Castellini Romano, in Padova, per Pietro Paolo Tozzi, 1625. Il testo fornisce la seguente descrizione: Imitatione “donna, che nella mano destra, tiene un mazzo di pennelli, nella sinistra una maschera, e a' piedi una simia. L'Imitatione si vede in qual si voglia attione overo opera fatta ad alcun' altra somigliante, e però si dipinge con un mazzo di pennelli in mano, come istromenti dell'arte, imitatrice de' colori, e delle figure dalla natura prodotte, o dall'arte istessa. La maschera e la simia ci dimostrano l’Imitatione dell’attioni humane; questa per essere animale atto per imitare l’huomo co’ suoi gesti; e quella per imitarne nelle commedie, e fuori, l'apparenza, e il portamento di diversi personaggi.” Per i curiosi aggiungerò che, mentre il testo appena citato si trova già nella prima edizione dell'opera (Roma 1593, senza illustrazioni), l'immagine compare per la prima volta soltanto nell'ottava edizione, pubblicata appunto nel 1625, dopo la morte di Cesare Ripa, a cura dell'amico Giovanni Zaratino (o Zaretino) Castellini, che provvide anche ad allargare il repertorio di nuove descrizioni e figure: non sono riuscito ad appurare l'identità dell'incisore, che non sembra particolarmente abile e che comunque l'editore non ritiene degno di menzione. Certo si è che di quella scimmia che assomiglia più a un cane che al nostro più prossimo parente biologico non è responsabile Fallini, il quale si è limitato ad imitare scrupolosamente la xilografia originale. È da questa rigorosa fedeltà che bisogna muovere per comprendere il senso dell'operazione di Fallini, un'operazione che in prima istanza potrebbe sembrare inintelligente ed ottusa, probabilmente allo stesso Cesare Ripa. La sua Iconologia, infatti, era la proposta di un repertorio allegorico, che, grazie alla sistematizzazione di un vasto quanto magmatico patrimonio culturale (di fatto Ripa non inventa nulla o quasi: le sue descrizioni sono per lo più tratte e, per così dire, "autorizzate" da fonti classiche, letterarie e filosofiche, oltre che figurative), avrebbe dovuto permettere la fissazione di un codice che ogni artista avrebbe poi dovuto utilizzare e reinterpretare secondo il proprio stile; in questa prospettiva, le illustrazioni (che non a caso nelle prime due edizioni dell'opera mancano del tutto e che, comunque, anche nelle edizioni successive, sono proposte solo per una parte delle allegorie descritte) avevano una funzione puramente indicativa.
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