L'opera propone una rivisitazione del mito di Pasifae, moglie di Minosse, re di Creta. Secondo la storia, Poseidone inviò a Minosse un bianchissimo toro affinchè venisse sacrificato in suo nome per propiziare fecondità e prosperità, Il re di Creta tuttavia, ritenendo l'animale troppo bello, non obbedì al dio e ne sacrificò un altro, Poseidone offeso dall'inadempienza di Minosse, per vendicarsi, indusse in Pasifae una passione folle per l'animale e le fece desiderare ardentemente di accoppiarsi con esso. Accecata dal desiderio, chiese aiuto a Dedalo (autore del labirinto), che le costruì una vacca di legno cava nella quale entrare per poter soddisfare la sua passione. Nel ventre dell'animale Pasifae riuscì a congiungersi al toro, e dalla loro unione nacque il Minotauro. Nell'opera di Fallini Pasifae è rappresentata da una mucca di legno condotta a spasso nel labirinto dal Minotauro. Quest'ultimo indossa un abito "principe di Galles" e con una corda accompagna la madre-mucca claudicante. Nella pancia della mucca si scorge uno sportello, chiara allusione al luogo dove si è consumato il convegno amoroso mentre sul fondo in legno si scorge il labirinto. Nella coscienza greca l'episodio era considerato in senso negativo; il toro era presentato come una aberrazione frutto della punizione del dio Poseidone e i desideri innaturali di Pasifae come una maledizione della dea Afrodite. Lo sportello che mostra l'accesso nella pancia della mucca conduce ad un luogo buio, l'antro dove la donna folle di passione si nasconde, allusione ai meandri di una carnalità esasperata e alla complessità di una attrazione irrazionale e cieca.
Camilla Bertolino |
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