L'immagine del mito classico è, in quest'opera, commistionata al tema della coincidentia oppositorum quindi del rebis alchemico, colui che separa e riunisce, l'androgino che replica i principi del maschile e femminile. Le figure dell'uomo e della donna restano seminascoste da un lenzuolo, mentre l'ermafrodito illusionista, ritratto di spalle e privo della testa, compie la fusione tra i sessi, per cui le due parti, quella maschile e quella femminile, si fondono, coniugandosi nell'essere perfetto, il simbolo dell'equilibrio puro. Secondo l'interpretazione dei sogni di Freud la decapitazione simboleggia la castrazione, così l'ermafrodito conduce anche ad una lettura inconscia e, al contempo, ad un'immagine del ricordo, ovvero quella sorta di castrazione da luna park attuata attraverso palle di stracci scagliate contro manichini, la cui testa incernierata faceva da bersaglio e la cui decapitazione era premiata. Come di consueto emerge l'immagine popolare (il gioco da fiera) accanto al racconto illusionistico e alla citazione classica, mentre il rebis diventa in questo modo non solo sintesi sessuale e perfetta ma anche mescolanza di significati equilibratamente commisti.
Camilla Bertolino |
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