La scultura, dal titolo decisamente sacro, rappresenta con garbata ironia l'Ascensione di Gesù al cielo avvenuta quaranta giorni dopo la Resurrezione. Entro una struttura a forma di parallelepipedo i piedi di Cristo, unico dettaglio della sua figura che scorgiamo, si librano nella volta celeste carica di stelle dopo aver lasciato la terra. L'opera risulta essere al tempo stesso una narrazione sintetica degli ultimi episodi della vita di Cristo e una riflessione amara sulla vita degli uomini. In particolare questo emerge dalla presenza dei chiodi che rappresentano idealmente la terra. Questi sono un chiaro rimando ai chiodi della croce che bucano la carne del figlio di Dio e che diventano per estensione simbolo di tortura, di sofferenza e di dolore anche per l'umanità. Alla simbologia sacra Fallini sovrappone il gioco. E così ironicamente i piedi scalzi di Cristo, prima di levarsi nell'alto dei cieli, lasciano impronte di scarpe di modello militaresco sul prato chiodato. Sacro e profano si mescolano nel misticismo di Fallini.
Francesca Rusconi
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