Aula è un'opera in cui la memoria diventa emblema e simbolo. L'aula di scuola, comune al ricordo di chiunque, è resa nei suoi elementi minimi: la croce appesa al muro, la carta con lo stivale e la cattedra sulla predella; tale essenzialità corrisponde all'immagine semplificata che si fissa nella mente e resta immobile, come un riepilogo in cui i dettagli diventano inessenziali e spariscono dietro alla scelta di tre colori principali che esauriscono e restringono il ricordo, poichè la memoria del nostro vissuto talora ha una forma semplice ed essenziale, essa è immagine netta, forma sinottica e condensata. La scelta per questa ragione ricade sul colore acrilico, steso in campiture uniformi e accostamenti quasi stridenti di bianco, nero e arancio. Il vetro zigrinato rende l'immagine sfocata, come accade ai ricordi quando diventano meno precisi, più appannati ma al contempo netti ed essenziali, contraddittori, fissati ed offuscati. L'idea dell'autorità: lo stato, la religione e la scuola, i valori stantii e sclerotizzati del passato sono rappresentati nel loro aspetto essenziale e dogmatico, si tratta di simboli, di certezze lontane, che sfumano nel tempo e si fissano in immagine. La riflessione sulla memoria, tema ritornante, in questo caso si traduce in figura disadorna e spoglia, lo scorrimento del tempo diventa emblema sintetico e muto.
Camilla Bertolino |
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