Campi magnetici, vasi comunicanti e altre metafore affini suggellavano per Breton & Co. il fascino degli oggetti eterogenei, il cui incontro fortuito era foriero di significati nuovi. In questo lavoro ci ritroviamo con una tavola optometrica decimale e la cupola del Brunelleschi (addirittura in versione "vintage pop" con tre paia di occhiali differenti). Ad un protosurrealista come Lautreamont verrebbe da dire "bello come..." ecc. ecc. L'allegoria della visione produce i suoi rimandi ciclici, assieme all'arte che guarda l'architettura ( e viceversa ), il tutto immerso nel sapore di una cartolina un po' retrò. E insieme alle buone cose di pessimo gusto gozzaniane, tra le "mappe della dislettura" di Harold Bloom e la dialettica di "cecità e visione" di Paul de Man, si celebra comicamente una mirabile svista.
Luca Busi
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