Prelibatezza dalle antiche origini, già noto a egizi e romani, cibo preferito dei re (i Luigi di Francia in particolare, vedi Luigi XV e XVI), il patè di fegato d'oca, ottenuto ingrassando gli animali fino a farli scoppiare, è qui esemplificato (in base alla procedura con cui si ottiene il prodotto), da due zampe in vetro inchiodate su di un legno.
Opera che sta tra la modaiola food-art e il raccapriccio pop, (legata alle "Pizze d'artista" come alla "mucca Nestlè"), allude alla staticità di prototipi e abitudini che, secondo l'esile e inappetente Fallini: "fanno venire la pancia".
Il nonsense delle opere esposte nella mostra "Le due stanze", segue, in realtà, un preciso filo conduttore: il gioco, la parola, il doppio senso. Il tutto costruito sulla doppia vista delle cose, che appartengono al quotidiano ma rimandano ad un altrove pieno di porte, tutte da aprire: non si tratta soltanto di due stanze...
Camilla Bertolino |
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