Quelle che di primo acchito sembrano linee confuse celano un volto di donna rappresentato in fosforo su carta. La fanciulla reca sul capo tre pietre d'agata, considerate magiche nel medio evo perchè dotate della proprietà di indurre i sogni. In questo caso, non si sa se il sogno sia determinato dalle pietre o se la donna le stia sognando, l'opera verte infatti sull'irriconoscibilità, così come nei sogni le immagini si liberano e talora si confondono, secondo un principio di astrazione. Il volto non appare immediatamente, esso diventa più evidente con il buio (grazie all'uso del fosforo); quando cala la notte il sogno"nasce" e ad esemplificarne l'imprevedibilità esso potrà sembrare più cose: una donna oppure un insetto o un fossile preistorico... Non si sa dunque dove nasca il sogno, esso è comunque rappresentato come ingannevole e inconoscibile, al mattino l'opera "si spegne" e il sogno finisce per ricominciare la notte successiva.
Camilla Bertolino |
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