Con quest'opera Fallini prosegue il suo personale "Elogio dei Piedi" (con spirito burlesco e forse anche un poco feticista) già iniziato in opere quali "La fissazione dell'incorreggibile Mercurio", "Il pediluvio di Mercurio", "Arbre magique", "Profumo di donna", "L'alluce VALDO"... . In questo caso i piedi sono di Cenerentola, le sue scarpette divenute stivaletti, ospitano al loro interno un "tangram" raffigurante il momento della storia in cui il principe fa provare alla fanciulla la famosa scarpetta di cristallo. Alle due scarpe se ne sovrappone una terza, si tratta di una forma in plexiglas su cui sono apposti due cerotti. L'opera è stata realizzata in tre versioni: questa, una in vetro ed una in plexiglas con led luminosi. La presenza dei cerotti fa pensare che le scarpe siano estremamente scomode ma potrebbe esserci dell'altro. E se i cerotti fossero legati alla protagonista e al suo ruolo nella storia? Analizzando i fatti la dolce e mite Cenerentola, dopo essere rimasta orfana, è costretta a fare la colf per una matrigna cattivissima e due sorellastre prepotenti e frustrate perché sbiadite. Certo alla fine sposa il principe ma questo è davvero un lieto fine? Il ruolo della brava ragazza che tutto sopporta, la fanciulla che cinguetta coi passerotti e parla coi topolini, quella che si fa consigliare, umile e obbediente, da una Fata Madrina attempata quanto assennata e che alla fine sposa un gran bravo ragazzo, quello che vorrebbe ogni madre per la sua bambina: ricco, con titolo nobiliare, mestiere di principe azzurro e cavallo bianco... Ecco non può darsi che ad essere scomode non siano le scarpe ma bensì il ruolo imposto a Cenerentola, protagonista di una storia d'amore dal finale scontato, buonista e molto noioso? Mah...saranno rimaste zitelle ma a mio avviso le sorellastre se la passano meglio!
Camilla Bertolino |
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