"Due sono le versioni realizzate da Mario Fallini dell'opera. La prima è un collage di pezzi di cuoio che variamente ritagliati compongono le regioni del "bel paese" che poggia un un pattino pirografato. La seconda è una incisione a rilievo dell'Italia che poggia su un pattino stampato con accanto posato un guanto di lattice. In questa seconda versione l'idea del "Made in Italy" è richiamata alla mente anche dai colori utilizzati. Infatti l'incisione diventa un'ideale bandiera italiana composta dal verde della cornice, dal bianco dell'Italia e dal rosso del pattino. In un'opera d'arte l'associazione guanto di lattice-Italia rimanda immediatamente a Giorgio de Chirico. Nell'opera, esposta al MoMA a New York, l'artista metafisico dipinge un frammento di testa di statua classica, un guanto di lattice e una sfera verde in uno scorcio urbano affine a quelli delle sue Piazze d'Italia. Così di primo acchito, osservando il lavoro di Fallini, il pensiero va al maestro delle immagini sospese ed enigmatiche che aveva appunto associato la piazza italiana al guanto di gomma. Ma, se osserviamo meglio, l'Italia falliniana è una pattinatrice. Il riferimento allora si sposta da Giorgio de Chirico a Max Klinger. Il capolavoro dell'artista tedesco è una serie di incisioni dal titolo "Un guanto". Le tavole raccontano episodi legati alle avventure di un guanto lasciato cadere da una donna che, in equilibrio obliquo (la stessa posa dell'Italia di Fallini), pattina inseguita da uno spasimante che cavallerescamente raccoglie il guanto caduto. L'opera di Fallini non è una semplice citazione delle incisioni di Klinger ma è una riflessione, velata e giocata con un lessico caustico, sull'Italia, sulla sua economia, sulla sua situazione sociale e politica. L'Italia è in bilico, come su un pattino appunto, in un equilibrio instabile e precario. Ci si chiede allora: il così tanto apprezzato made in Italy basterà a salvarne il destino?
Francesca Rusconi
|
|