"Ceci n'est pas un pélican". Così si potrebbe iniziare per descrivere l'opera in vetro e piombo di Fallini. La pipa è un rimando all'opera, forse la più nota, dell'artista Renè Magritte "La trahison des images" (L'inganno delle immagini). Nel dipinto il pittore surrealista gioca con grande ironia sul rapporto tra linguaggio e immagine e tra realtà e rappresentazione illustrando una grande pipa sotto la quale appone la scritta: "Ceci n'est pas une pipe". Con ironia e logica surrealista anche Fallini gioca sul gioco. Infatti non solo rappresenta una pipa ma questa diventa anche lo strumento creatore di un'altra immagine. La pipa è una sorta di canna fumaria dalla quale esce del fumo che si dispone nell'aria (la superficie in vetro) disegnando l'immagine di un pellicano. Nulla è più evanescente del fumo. Fallini crea così una fumisteria visiva, ovvero una immagine che sembra apparentemente concreta ma che in realtà si rivela solo un'illusione. Fallini non si limita a giocare sul rapporto realtà-rappresentazione ma porta il gioco ancora più in alto usando il riferimento al fumo che, anche nella realtà, traccia immagini che svaniscono nel nulla non lasciando alcuna traccia concreta di sé. A completare l'effetto generale è il gioco di ombre che moltiplica ancora ulteriormente l'esserci e il non esserci del pellicano con la pipa.
Francesca Rusconi
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