"Sulla carta sono crocefisso con i chiodi delle parole". A questo verso di Vladimir Majakovskij è ispirata l'opera di Fallini. Il lavoro è stato realizzato in due versioni, la prima è priva della penna, che appare invece nella seconda. La stilografica, disegnata dagli architetti Giulio Masoni e Massimo Pazzelli alla fine degli anni sessanta, è stata dedicata a Majakovskij. L'opera sembra essere una trasposizione esatta delle parole del poeta e drammaturgo russo. L'uso dei materiali è infatti molto indicativo, i chiodi incollati su un supporto di carta sono il simbolo delle parole e traducono il senso profondo dell'opera e dell'esistenza del personaggio (la sua firma). Il fondo, costituito da triangoli in carta accostati, evoca le geometrie del costruttivismo russo.
Camilla Bertolino |
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