Un corpo unico che allude all'unicità del corpo: uno specchio incorniciato da uno specchio rispecchia il finale bizantino di una lunga preparazione per l'atteso incontro. Le volute rimandano alla beltà e alla seduzione, ai tirabaci e alla pettinatura studiata di chi aspetta qualcuno di importante. Applicati sulla superficie si vedono profumi e un balocco, un piccolo pupazzo che legge sulla tazza del water con accanto un minipacco di rotoloni di carta igienica. Il titolo del lavoro riprende una vecchia canzone (una sorta di lacrimevole preghiera di una bambina che redarguisce la mamma per la sua vanità). L'opera riconduce a "Celia" e alla improvvisa e drammatica consapevolezza del protagonista del racconto di Swift nel constatare la volgarità e la "normalità" della donna amata e idealizzata. Se il bagno da un lato è il regno intimo e consapevole della bellezza e della purificazione, in questo caso rimanda alla fase "anale" freudiana, superata o rimossa dall'adulto cui, la presenza del giocattolo, allude. Il confine tra infanzia e maturità risulta in quest'opera, come in "Celia", estremamente labile. Il limite tra profumi e balocchi è relegato ad un luogo che, sintomaticamente, è uno specchio. E' auspicabile che questo lavoro non "Épater les bourgeois" !
Camilla Bertolino e Ernesto Lampugnani |
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