L'opera riproduce un'incisione di Albrecht Dürer riguardante la macchina prospettica. L'artista di Norimberga aveva dedicato varie xilografie a questo tema inserendole, come illustrazioni, in un trattato indirizzato ai giovani artisti, (Underweysung der Messung mit dem Zirckel und Richtscheyt). Il titolo del lavoro di Fallini si riferisce al fatto che Marcantonio Raimondi, usava riprodurre le incisioni di Dürer falsificandone la firma e millantandole per originali. Non a caso, il monogramma di Raimondi, compare schermato da perspex, ad esemplificare una falsificazione del falso o una ulteriore falsificazione, in questo caso, ad opera di Mario Fallini. Ma un doppio falso riconduce al vero? No, la lontananza dal vero aumenta e l'annebbiamento dell'immagine, dato dal perspex, concretizza questo concetto. Mentre nelle precedenti opere sui monogrammi essi apparivano dunque come firme originali, in questo caso la presenza del nome di Raimondi allude alla duplicazione illecita e fasulla: una falsa imitazione.
di Camilla Bertolino |
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