Nella simbologia cristologica il triangolo trinitario rappresentava la tripla essenza divina una e trina. Al suo interno l'occhio fissava l'osservatore come monito dell'onniscienza di colui che tutto vede. L'opera allude alla visione invecchiata o ottenebrata di uno stereotipo, riconducibile a un'iconografia didascalica e dogmatica, che appare oggi distaccata dalla realtà. Si tratta di una riflessione sul mutamento che i simboli e gli emblemi subiscono nel corso del tempo. Risulta chiaro l'intento ludico dell'opera, per cui il simbolo è contraddetto e ribaltato, mentre il doppio significato della parola rètina-retìna trova preciso riscontro semantico nella scelta del monocolo fissato da una catenella all'occhio di vetro.
Camilla Bertolino |
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