Le lucciole sono piccoli insetti coleotteri caratteristici per l'emissione di segnali luminosi attraverso organi fotogeni. Ma questi esseri luminosi proprio per la loro rarità assumono una valenza spesso poeticamente nostalgica e, al tempo stesso, magica. Con la loro luce tenue e naturale nelle notti estive diventano presenze quasi di sogno, stelle sulla terra, capaci di disegnare immagini fatte di brillio. Sempre più spesso si usa questo insetto come metafora per spiegare la società e i sentimenti umani. Pier Paolo Pasolini lo ha fatto, per esempio, nel suo articolo "Il vuoto di potere ovvero l'articolo delle lucciole" apparso sul Corriere della Sera del 1° febbraio del 1975. "La scomparsa delle lucciole" diventa per lui lo strumento per spiegare la dissoluzione morale, politica e sociale della società italiana a lui contemporanea. Per Mario Fallini invece le lucciole sono un souvenir d'infanzia, un momento di poetico ricordo dei giochi di bambino quando la lucciola era pura magia. Nell'opera tante lucciole sembrano essere intrappolate nella cornice pronte con il calare del sole a illuminarsi. Infatti esse hanno addomi di fosforo, sostanza chimica che caricandosi durante le ore diurne di particelle energetiche emetterà al buio della notte luce fosforescente. La lucciola è, quindi, metafora del passato ma anche visione del futuro attraverso la sua luce tenue e fragile che non tutti possono vedere. E' questa quasi una poetica simbolista, fatta di segni che restano invisibili a quanti vedono solo le cose illuminate dalle luci potenti della tecnologia. Resta solo a pochi la capacità di vedere e cogliere la sorprendente meraviglia della piccola luce delle lucciole.
Francesca Rusconi
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