Il Teatro della Memoria di Giulio Camillo
Studio Planimetrico, Modello ligneo e Rendering 3D
Quando Camillo parla di “teatro” quale modello ha in mente? Probabilmente il modello offerto dal De Architectura di Vitruvio8, sopravvissuto grazie ad un’ unica copia, priva delle illustrazioni, proveniente dalle isole britanniche e portata da Alcuino alla corte di Carlo Magno nel X sec. Copie del De Architectura circolavano dunque durante il Medioevo ma sembrano non aver ricevuto che scarsa attenzione. Il lavoro di Vitruvio fu pertanto “riscoperto” intorno al 1414 dall’ umanista fiorentino Poggio Bracciolini, che trovò una copia del testo nell’ abbazia di San Gallo, in Svizzera. La prima edizione fu pubblicata da Frate Giovanni Sulpicio nel 1486. Fra Giovanni Giocondo ne produsse una versione illustrata nel 1511 e traduzioni in volgare furono messe in circolazione a partire almeno dal 1520. All’epoca di Camillo, dunque, Vitruvio era una fonte nota ed estremamente importante presso le élite intellettuali. Una volta identificata la fonte più verosimile per lo studio planimetrico del teatro, abbiamo determinato anche i limiti nel suo utilizzo, integrando con la fonte latina solo le parti del teatro a cui Camillo fa esplicito riferimento, come la descrizione delle regole per la costruzione planimetrica di un teatro romano, vista l’ importanza che nel Teatro della Memoria assumono forma e divisione della cavea. Sulla base di queste considerazioni abbiamo pertanto delineato una bozza preliminare del Teatro che è stata successivamente sviluppata e resa sul piano planimetrico dall’ architetto Roberta Buso, alla quale si deve anche lo studio prospettico per ottenere l’ effetto di visione simultanea delle icone, cui Camillo pare alludere.
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Tav. 1 - Planimetria e Studio Prospettico; Tav. 2 - Emblemi menzionati ne "'Idea del Theatro". | |
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Il prototipo del teatro così sviluppato è stato infine tradotto in un modellino in legno realizzato dal maestro Giovanni Avalle (Falegnameria Artigiana di Avalle e Cattarin) e in un rendering realizzato da Giorgio Annone (LineLab Multimedia) che ha prodotto anche l’ animazione video che passo immediatamente a presentarvi. In sintesi Vitruvio indica per la determinazione della forma di un teatro un procedimento che deriva gli assi delle scalinate che separano i settori del teatro mediante l’inscrizione di 4 triangoli equilateri entro la circonferenza dell’orchestra. E’ interessante osservare che tale procedimento sia anche quello usato dagli astrologi per delineare i dodici segni zodiacali entro il cerchio dell’ eclittica e che Vitruvio faccia esplicito riferimento alla teoria già astrologica degli armonici nella descrizione dei principi che devono regolare l’acustica del teatro9.
Partendo da questo modello abbiamo disegnato il nostro prototipo nel quale l’ area degli scalini di Vitruvio ospita le porte, qui per ora nella forma di pannelli pieni, che recano gli emblemi di cui ci parla Camillo. Le porte si trovano a una distanza costante su livelli crescenti e di fronte a ciascun settore, sull’asse dei triangoli corrispondenti, sono posizionate le colonne.La struttura al centro dell’orchestra non fa parte del teatro di Camillo. Si tratta di una integrazione funzionale e non “architettonica” che serve a poter fruire la specifica prospettiva che abbiamo progettato per poter cogliere in un solo sguardo l’ insieme delle icone. Vediamo ora una panoramica 3D del teatro per chiarire la teoria. Ecco una simulazione di ciò che si potrebbe vedere dal podio. Naturalmente ora le immagini non sono ancora presenti perché riteniamo debba essere svolto uno studio preliminare per decidere quali immagini saranno più pertinenti fornendo giustificazioni storiche ed iconografiche. Si tratta di uno studio affascinante confortato dalla disponibilità della professoressa Lina Bolzoni della Scuola Normale Superiore di Pisa a fornire il proprio sostegno nell’ operazione, quando questa verrà avviata. Abbiamo adottato ora come esempio la Giunone, affrescata dal Correggio nella camera di San Paolo a Parma, che ci mostra il tema iconografico descritto da Camillo stesso come emblema del terzo gradino, chiamato l’ antro, del settore dedicato a Giove. Sia L’Idea del Theatro sia l’ epistola di Viglio, autorizzano a credere che il teatro presentasse dei cassetti, reali o ideali, che in corrispondenza di ciascun emblema dovevano contenere i testi su settori del sapere attinenti ai temi evocati dalle immagini stesse. Quali testi facessero parte della bibliografia di Camillo è un secondo aspetto della ricerca evocata poc’anzi. Infine vediamo il teatro virtuale in posizione speculare al Teatro di Camillo. Esso è costituito da 7 pannelli LCD e su di essi si alternano le immagini dei lavori di Fallini secondo le riorganizzazioni tematiche gestite dal software. Tramite esso si svolge dunque un secondo livello della dialettica Patologia-Diagnosi nelle forme dell’ ars combinatoria (cfr. pp. 10-11). La percezione dello spettatore si muove dal Teatro di Camillo con le sue suddivisioni e i suoi cassetti all’ ars combinatoria attualizzata nel teatro virtuale e viceversa, in una trasmigrazione continua tra “anime artificiali”. Occorre infine fare due osservazioni a conclusione del mio intervento. La prima è una precisazione in merito al livello dell’ analisi che sarà condotta su quella che abbiamo definito “bibliografia di Camillo”. Essa, come d’altra parte già il solo testo de L’Idea del Theatro, costituisce un terreno di studio estremamente vasto, difficoltoso e multidisciplinare, che ha occupato la ricerca accademica per decenni ed è tuttora argomento di numerosi dibattiti e studi. Al contrario le specifiche esigenze del progetto di Fallini e, conseguentemente, la necessaria riduzione in parametri di dati complessi per la configurazione del filtro iconologico e del software, richiedono di approcciare questo studio per linee agili e sintetiche. Queste dunque, se da un lato non hanno certo la pretesa di rappresentare nella sua interezza lo stato della ricerca su questi argomenti, tuttavia possono in un certo senso rappresentarne un primo tentativo di indicizzazione. Il Teatro di Fallini si pone allora alla nostra attenzione come un paradigma al confine tra arte, storia della cultura e orizzonti di sviluppo tecnologico. In ragione di questa specifica caratteristica stiamo sviluppando una gemmazione dal progetto originario cui teniamo molto perché in essa si prefigurano gran parte delle finalità per cui la Lifehouse si è costituita. Il concept della Lifehouse nasce infatti da una riflessione operata in seno alle scienze umane sull’ importanza che queste possono svolgere nell’ arricchire e fornire stimoli allo sviluppo delle tecnologie dell’ informazione e su come queste a loro volta possano favorire la ricerca accademica, la condivisione dei suoi risultati e il trasferimento di informazioni altamente strutturate in web contents di facile accesso alla community. Il progetto affidatoci da Fallini, ed in particolare lo sviluppo del teatro virtuale, è perciò anche uno stupefacente laboratorio per la sperimentazione e lo sviluppo di esperienze e tecnologie su queste tematiche. E’ per questa ragione che, in uno step che seguirà il Teatro della Memoria di Fallini, intendiamo proseguire e ampliare la ricerca sul Teatro di Camillo, evolvendo il complesso di esperienze sviluppate per la struttura software del teatro virtuale in una piattaforma di ricerca internazionale web-based nella quale trasferire ed organizzare i materiali testuali e visivi della ricerca storica, artistica, filologica, architettonica sul Teatro della Memoria di Giulio Camillo e più in generale sui temi della memoria culturale e della riflessione iconologica. Ciò a cui stiamo pensando non è un database nel senso per così dire illuministico ed enciclopedico che oggi è di moda, ma uno spazio di lavoro di nuova concezione che possa riunire e servire la comunità scientifica allo scopo di tracciare non solo nuove possibilità per la ricerca in questi ambiti ma anche e soprattutto introdurre per la prima volta nello sviluppo di una tecnologia la definizione funzionale di memoria come contenuto e non come semplice contenitore. |