Stefano fu il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana perché aiutassero gli apostoli nel ministero della fede, (il protomartire cristiano, fu il primo ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Cristo e a prodigarsi per diffondere il Vangelo). Il suo martirio avvenne per lapidazione. L'opera offre una sorte di interpretazione piuttosto didascalica dell'immagine e della storia del Santo, il cui volto, tratteggiato a matita, appare comune, non riconducibile ad una iconografia tradizionale e consolidata. i lineamenti sono pesanti e le ombreggiature, come lo stile, richiamano i manuali di disegno. La testa del Santo è sovrastata dalle pietre del martirio, esse lacerano il foglio e si incastrano nella carta. Stefano, rientra nella galleria dei Santi (ma forse schiera sarebbe un termine più appropriato), rappresentati e interpretati da Fallini, tuttavia in questo caso l'opera non offre un'interpretazione ma una lettura precisa, un po' accademica, quasi "di maniera" della storia narrata. La lacerazione della carta, prodotta dalle pietre, simboleggia evidentemente la rottura creatasi tra cristianesimo ed ebraismo ad opera del proselitismo di Santo Stefano. Sulla pietra si costruirà la prima Chiesa. Oppure si potrà pensare ad una dimensione altra, una porta attraverso la quale passare: sia essa il tunnel di Alice che arriva nel Paese delle Meraviglie o lo spazio "rotto" da Lucio Fontana.... attraversare qualcosa.
Camilla Bertolino |
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