In un quadrato, quattro quadrati inquadrano quattro impronte di labbra tinte di rossetto; quattro sillabe, una sotto ogni quadrato, inscrivono il titolo nel quadro: FLA TUS VO CIS. Fallini dice che l’ha fatto per esorcizzare il rischio nominalistico. L’espressione «flatus vocis», in effetti, è comunemente attribuita a uno dei padri del nominalismo medievale, Roscellino di Compiègne, che fu accusato di triteismo al concilio di Soissons e che, per singolare destino, è stato ridotto egli stesso a poco più d’un «flatus vocis», dato che possediamo soltanto una sua lettera, di relativo interesse teoretico, indirizzata a Pietro Abelardo. Notizie su di lui sono fornite da Giovanni di Salisbury, Abelardo, Ottone di Frisinga e Anselmo di Aosta (o di Canterbury), vescovo e santo: è quest’ultimo che gli attribuisce, forse tendenziosamente, l’espressione citata, indicandolo come il capo di una pericolosa setta, "dialecticae haeretici, qui non nisi flatum vocis putant esse universales substantias, et qui colorem non aliud queunt intelligere quam corpus" ... leggi tutto. Andrea Calzolari |
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