Il messaggero degli dei compare nuovamente (come nell'opera di "Cupido"), in questo caso a riposo, assiso su un lenzuolo matrimoniale con arco e frecce appoggiate a terra.
L'amore si è arreso e Cupido ha in mano una clessidra, il passato e il tempo incombono, mentre la firma di Fallini compare dalla parte opposta, sul corpo dell' "augelletto nomato Cinclo, magro e macilente" pronto a volare altrove.
A differenza del "Cupido" questo lenzuolo non è liso ma tutto quello che vi compare riconduce ad una resa, un momento fermo in cui l'amore sta per fuggire e volare via. Una riflessione triste, il tempo che neanche intacca o scalfisce il lenzuolo, indifferente, non ordisce più nulla.
Camilla Bertolino |
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